Nella vita di tutti i giorni capita, di frequente, di utilizzare una scala mobile. Questo dispositivo, che consente di trasportare da un piano ad un altro un elevato numero di soggetti in tutta sicurezza, lo possiamo trovare nei centri commerciali, nelle metro, nelle stazioni piuttosto che nelle università, e per molti soggetti rappresenta una costante della propria quotidianità.
Uno strumento, quindi, di rilevante importanza, che è in grado di garantire sicurezza in luoghi particolarmente affollati o in quelli, come ad esempio ospedali o studi medici, dove dev’essere garantita la possibilità a tutti i soggetti, anche coloro con difficoltà motorie, di poter accedere alla struttura sanitaria.
Come funziona una scala mobile
Qualsiasi soggetto, privato o pubblico che sia, deve prestare grande attenzione nella installazione e manutenzione scale mobili, cercando di affidare questo compito ad un professionista di elevata e comprovata capacità: il mancato funzionamento di una scala mobile, piuttosto che il cedimento della stessa, reputa gravi danni d’immagine, in primis, alla attività commerciale, azienda o luogo pubblico presso la quale è collocata.
È estremamente importante, di conseguenza, essere al corrente di come funzioni una scala mobile, al fine di comprendere i meccanismi della stessa. Alla base di tutto c’è un nastro trasportatore, ovvero una banda chiusa ad anello che viene trainata dai rulli presenti alle estremità in alto e in basso della scala, che trascina dei gradini mobili articolati, caratterizzati dal fatto di restare perennemente in posizione orizzontale.
Il dispositivo viene azionato per il tramite di un motore posto sotto il pavimento, mentre a fianco della scala è tradizionalmente presente un corrimano, ricoperto di gomma antiscivolo, che si muove alla medesima velocità delle scale. Pochi, forse, ne sono al corrente. Ma le scale mobili fanno parte della quotidianità delle persone da oltre cent’anni.
Una lunga storia che ebbe inizio nel 1891, quando George Wheeler, inventore della scala mobile, depositò il primo brevetto. Secondo alcuni studiosi, tuttavia, Wheeler ebbe solo il merito di capire le potenzialità di un progetto avviato, molti anni prima, dalla mente fervida di Nathan Ames, che costruì il primo prototipo di scale mobile nel 1859, senza portarlo a termine a causa della prematura morte.
La manutenzione della scala mobile
Wheeler, quindi, brevettò la scala mobile, ma non fu il primo a costruirne una. Il primato, in tal senso, spetta a Jesse Reno, che nel 1893 creò e mise in funzione la prima scala mobile, inclinata di 25° ed in grado di trasportare 5000 persone al giorno ad una velocità di circa 2 metri al minuto. L’opera di Reno, in un certo qual modo, fece da spartiacque, all’epoca, tra l’antico e moderno.
Dopo questo excursus tra il meccanismo e le origini della scala mobile, concentriamoci ora su un aspetto di estrema importanza: la manutenzione. Per il ruolo di forte impatto sociale che questi dispositivi non di rado svolgono, è importante mantenere un elevato grado di efficienza delle scale mobili per tutelare, in primis, la salute e l’integrità delle persone presenti, oltre che, come già citato in principio dell’articolo, evitare danni reputazionali all’ente o attività commerciale dove è collocata.
La manutenzione di una scala mobile, per quanto ovvio, varia sensibilmente in base alle caratteristiche specifiche di ogni singolo dispositivo: le differenze, infatti, sono piuttosto sensibili ed è impossibile, di conseguenza, stabilire un programma univoco che possa adattarsi a qualsiasi situazione.
È di vitale importanza, tuttavia, affidarsi ad un’impresa che conosca approfonditamente il sistema principale, che effettui la manutenzione prestando grandissima attenzione a qualsiasi aspetto: migliaia di persone, infatti, potrebbero usare quotidianamente quella scala mobile. È altrettanto fondamentale, inoltre, che la società incarica possa svolgere attività di monitoraggio sul corretto funzionamento della scala mobile da postazione remota, per intervenire, se necessario, direttamente in presenza.