Per chi ha intenzione di sostituire la porta blindata di casa, il bonus sicurezza rappresenta una soluzione interessante a cui fare riferimento. Sono diverse le tipologie di detrazione per la porta blindata fra cui è possibile scegliere: il bonus ristrutturazione; l’ecobonus per il risparmio energetico; il bonus sicurezza. La detrazione consiste, semplicemente, in uno sconto sulle tasse che bisogna pagare allo Stato. Nel caso delle porte blindate, essa è pari al 50% della spesa sostenuta. Ne parliamo più nel dettaglio insieme alla ditta Moretti che vende porte blindate a Udine e provincia.
L’ecobonus per il risparmio energetico
Per accedere all’ecobonus porte blindate 2022 è necessario che la porta sia conforme a specifici valori di trasmittanza termica e tenere presente che è possibile portare in detrazione unicamente un massimale. La porta che verrà scelta dovrà essere accompagnata da una certificazione di trasmittanza termica e rispettare parametri che variano in base alla zona climatica in cui si trova l’immobile. Anche i massimali cambiano a seconda della zona climatica: è di 660 euro al metro quadro per le zone climatiche A, B e C, e di 780 euro al metro quadro per le zone climatiche D, E e F. Tali costi devono essere considerati al netto delle opere complementari, delle prestazioni professionali e dell’Iva. In altre parole, per i lavori che sono cominciati dopo il 15 aprile del 2022, non rientrano nei limiti di spesa massimali al metro quadro i costi sostenuti per la posa, l’imposta sul valore aggiunto e tutte le opere complementari che hanno a che fare con l’installazione della porta.
Un esempio concreto
Chiariamoci le idee con un esempio concreto. Ipotizziamo il caso di una persona che compra una porta blindata che ha un prezzo di 3mila euro più Iva e che abita in una città della zona climatica E. La porta ha una superficie di 2 metri quadri e come trasmittanza termica un valore di 1.30 W per metro quadro Kelvin. Dei 3mila euro spesi per la porta, 200 euro sono di spese accessorie e 800 euro sono di posa in opera. Ebbene, il soggetto in questione ha la possibilità di portare in detrazione i 200 euro di spese accessorie, gli 800 euro di posa in opera, 1.560 euro (che derivano dalla moltiplicazione del massimale di 780 euro al metro quadro per i 2 metri quadri) e l’Iva: in totale, 2.560 euro più Iva. Rimangono a parte 700 euro, che non possono essere detratti e che devono essere pagati separatamente.
L’ecobonus e le porte blindate
Il limite di spesa massimo previsto per la detrazione in caso di ecobonus è di 60mila euro: è facile prevedere che nel caso delle porte blindate questo limite non viene neppure sforato. Volendo, si può richiedere la cessione del credito (o anche lo sconto in fattura), ma a patto che vengano rispettati i massimali al metro quadro e i valori di trasmittanza termica previsti. I pagamenti possono essere effettuati con bonifico postale o bancario, da cui devono risultare il codice fiscale del cliente, il codice fiscale o la partita Iva del venditore e la causale del versamento, con la data e il numero della fattura.
Una soluzione alternativa
In alternativa all’ecobonus si può ricorrere al bonus sicurezza, che vale per gli interventi che hanno lo scopo di prevenire il rischio di aggressioni, furti o altri comportamenti illeciti messi in atto da terzi. La somma viene spalmata in dieci anni, con rate tutte dello stesso importo. Oltre che per le porte blindate, la detrazione del 50% si applica anche alle spese sostenute per installare le tapparelle metalliche con blocchi, le grate, i rilevatori di effrazione e le telecamere collegate con i centri di vigilanza privata.